In Germania forte protesta contro la militarizzazione Usa, la Sicilia tace

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di Salvo Barbagallo

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La notizia la dà il sito “Sputnik”: La protesta “Stopp Air Base Ramstein”, prevista per settembre, sarà una delle manifestazioni di contestazione più grande della Germania (…)

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MUOS di Niscemi

La manifestazione si terrà dall’8 al 10 settembre presso la base aerea militare di Ramstein, nella Germania sud-orientale, sede centrale dell’Aviazione militare degli Stati Uniti in Europa (…). Nella Germania della Merkel accadono anche queste cose, nell’Italia di Gentiloni (ex Renzi?) le proteste “pacifiste” si perdono nel nulla, tutto tace nella Sicilia dove è fortissima la presenza militare statunitense in assetto di guerra permanente. Nessun risultato dalle iniziative anti MUOS, se non le denunce contro chi si è azzardato a manifestare e a partecipare a cortei di protesta per la base USA di Niscemi. Sigonella, Augusta e le altre installazioni “permanenti” a Stelle e Strisce sparse per il territorio dell’Isola vivono la loro preventiva quotidianità “pre-bellica” nella completa indifferenza di chi governa la regione, ignorate dalla collettività che ne sconosce la pericolosità, di certo non solo “ambientale”. Il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, fra una manciata di giorni sarà in Sicilia ed è come se stesse facendo una trasferta fuori porta, avendo il suo Paese da decenni “già” casa stabile, Sigonella. Non è un problema che si è posto (o si pone) l’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, né lo stesso Capo dello Stato Sergio Mattarella (che pur tuttavia è un Siciliano): i “Trattati” bilaterali sono passati per le mani (e sottoscritti) di chi li ha preceduti. Anche i mass media si disinteressano della questione, anche se qualche giornale specializzato, di tanto in tanto, solleva qualche interrogativo. Come sta accadendo ora con un’analisi che ci offre l’ultimo numero monografico di “Limes” dal titolo di copertina emblematico, “A chi serve l’Italia”.

“Limes” non è una pubblicazione di “Destra” o di “Centro” o di “estrema Destra” o “estrema sinistra”: è una rivista del Gruppo Espresso (GEDI), il cui presidente del Consiglio d’amministrazione è Carlo De Benedetti. Sottolineiamo questo aspetto per indicare che le analisi di geopolitica che la pubblicazione contiene “dovrebbero” considerarsi “al sopra di ogni sospetto” di parte.

Nell’ultimo numero (quello di aprile) di “Limes” troviamo un interessante articolo firmato Piero Messina, dal titolo significativo: “La Sicilia come hub dell’Intelligence a Stelle e Strisce”. Riportiamo quale stralcio del servizio di Piero Messina, invitando i nostri lettori (ove ne abbiano la possibilità) a leggere attentamente l’intero contenuto di questo volume di “Limes”: avrebbero ottima materia per le riflessioni che ne potrebbero trarre.

Scrive Piero Messina: “(…) Da sempre la Sicilia è considerata una sorta di piattaforma atlantica per monitorare gli interessi geostrategici della NATO e degli Stati Uniti in prima battuta. Le antenne di Niscemi (leggi MUOS, n.d.r.) sono ora un upgrade di ultima generazione, a completare uno scenario che vede la regione italiana in foggia di arsenale a stelle e strisce. Dai droni stoccati negli hangar dello scalo di Sigonella ai porti di Augusta e alle stazioni aeree di Birgi, della presenza militare americana nell’isola si è detto e scritto molto. Un po’ meno si sa di alcune stazioni radar collocate nei punti strategici dell’arcipelago siciliano, da Lampedusa alle Eolie (…) Oltre il campo delle infrastrutture <<visibili>>, c’è un mondo sommerso che ha il suo fulcro proprio in Sicilia. Un asset fondamentale con sedi operative a Palermo e a Catania. Si chiama Sicily Hub, il cuore di Internet per mezzo pianeta (…) La Sicilia è un nodo strategico di straordinaria importanza nella guerra dei terabytes. Dai nodi Palermo, Trapani, Mazara e Catania si collegano 16 cavi transcontinentali (…) Questo immenso apparato logistico a che serve? Quali sono le informazioni che tratta, gestisce e smista? Di ogni genere…”.

Nell’Editoriale di “Limes” vengono elencati i fattori che “misurano il rilievo dell’Italia” nel contesto mondiale, i principali: “Qui si decide il futuro dell’euro (…)”; “Attraverso lo Stivale filtrano i principali flussi migratori che incidono sulla sicurezza, sulla stabilità, sull’identità stessa del nostro continente (…); “In quanto piattaforma logistica nel Mediterraneo restiamo rilevanti per Washington, come testimonia la crescente presenza di truppe e di basi a stelle e strisce – depositi di bombe atomiche e centri di Intelligence inclusi – pur dopo lo scadere della minaccia sovietica che inizialmente le legittimava” (…).

Se già questi “fattori” elencati “misurano” l’importanza che si dà all’Italia, pensate un po’ agli stessi “fattori” riferiti esclusivamente alla Sicilia: il “rilievo” cresce in maniera esponenziale. Non per contraddire Piero Messina, noi non riteniamo che della presenza militare americana nell’isola si è detto e scritto molto, semmai il contrario, si è detto e scritto molto, molto, molto poco. Tanto poco che non si riesce a incidere minimamente nella volontà di chi governa l’Isola, tanto, tanto poco che non si riesce a far comprendere a chi governa l’Italia la “pericolosità” di questo stato di cose.

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